mercoledì 22 febbraio 2017

20 - Pietro Vanucci detto il Perugino (1448-1523)

Nacque in Umbria ma si ritiene si sia formato a Firenze, studiando ed ispirandosi ai grandi maestri che lavoravano in questa città, Botticelli, Leonardo ma soprattutto Piero della Francesca, è attratto ed imita le composizioni prospettiche e spaziali delle sue opere.
Alla fine del '400 fu chiamato a Roma da Papa Sisto V che gli viene affida la decorazione della cappella Sistina.

Delle "Storie" dipinte per la Cappella Sistina resta solo la Consegna delle Chiavi a San Pietro, capolavoro che influenzerà fortemente Raffaello mentre le altre verranno distrutte da Michelangelo  nel 1535-1536, per far posto al suo "Giudizio Universale"

   Roma, Cappella Sistina, affresco 335 x 550 cm (1481 - 1482)

L'opera è di fondamentale importanza perché sottolinea la trasmissione del potere spirituale da Cristo a S. Pietro nel simboleggiare il primato su cui si basa l'autorità papale.

Adotta un grandioso schema compositivo ed un eccellente equilibrio nella composizione classica che fu da modello a Raffaello nel dipinto Lo Sposalizio della Vergine. Il centro della composizione è rappresentato dal tempio che si staglia sullo sfondo e dal quale si irradiano le linee della pavimentazione, in primo piano vi sono numerosi personaggi, tra le quali figura lo stesso pittore, disposti in una composizione che ben si armonizza con lo sfondo del tempietto.



Sposalizio della Vergine (1501 - 1504)

Musée des Beaux-Arts di Caen, Francia su tavola (234x186 cm)

L'opera venne originariamente dipinta per la Cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia, Con le soppressioni napoleoniche, nel 1797, il dipinto fu confiscato da Napoleone, ogni tentativo da parte del comune di Perugia di riavere l'opera è andato fallito.
I temi dell'opera sono ricorrenti: sullo sfondo il grande edificio ottagonale a pianta centrale, alla fine di un pavimento a riquadri prospettici, che amplifica la scena in primo piano secondo un ideale di razionalità geometrica emblema del Rinascimento italiano.

Come nella maggior parte delle opere del Perugino, la composizione è impostata su criteri di simmetria.

giovedì 2 febbraio 2017

19 - Piero della Francesca (1415/1420 - 1492)

Giorgio Vasari (artista del 1500 che ricordiamo per la sua importante opera "Vite dei più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri", prima opera moderna di storiografia artistica) scrive che Piero della Francesca fu "maestro raro nelle difficultà dei corpi regolari, e nell'aritmetica e geometria". Quindi prima ancora che come artista viene ricordato come trattatista. Mai nessuno prima di lui aveva disegnato i poliedri regolari e semiregolari, che verranno ripresi, interpretati e rappresentati da numerosi artisti non ultimo Leonardo da Vinci.




Tra i suoi primi dipinti si colloca il
Battesimo di Cristo (ca 1440 Londra, National Gallery)
tempera su tavola cm 167x116




  

STILE: rigorosa costruzione geometrica

SIMBOLOGIA: posizione centrale di Cristo
                         albero rigoglioso e albero secco
                         colomba e sua posizione nel dipinto
                         viandanti con lo sguardo al cielo
                         
LUCE E COLORE: eredità plastica di Masaccio
                               luminosità del colore
                               alternanza di colori caldi e colori freddi
                               luce zenitale che annulla quasi completamente le ombre
                               utilizzo del colore per rendere la trasparenza

ANGELI: non reggono le vesti di Cristo come nei dipinti con lo stesso soggetto
               sono collocati oltre il rettangolo di proporzioni auree della scena
               coinvolgono l'osservatore

SFONDO e PAESAGGIO: dettaglio anche in lontananza
                                          cura nella pittura del cielo
                                          utilizzo della prospettiva ma anche delle sue deroghe
                                          insolito orientamento dello scorrere delle acque




Flagellazione di Cristo (ca 1459 Urbino, Galleria Nazionale delle Marche)
tempera su tavola cm 58,4x81,5


Assi, diagonali e ribaltamento evidenziano i rapporti tra gli elementi compositivi




il punto all'infinito della costruzione prospettica coincide con il centro dell'opera, 
e ne determina un ideale piano verticale di separazione tra i due soggetti della rappresentazione, costruito sul punto di fuga






il grafico stabilisce alcuni rapporti significativi tra le due parti della composizione, come pure tra gli elementi architettonici e tra i gruppi dei personaggi






al centro della composizione, in prospettiva sul pavimento, nel campo quadrato ripartito in scacchiera da cinque moduli per lato, il cerchio nero dal cui centro si eleva la colonna alla quale è legato Cristo, quadrato e cerchio inscritto rimandano alla quadratura del cerchio, problema classico sul quale Piero della Francesca scriverà nel suo trattato
 "Libellus de quinque corporibus regularibus"



il raffronto tra le due parti separate (una di uno spazio interno semiaperto, l'altra di spazio aperto ed urbano) evidenzia il diverso ruolo delle luci dirette o diffuse, 
dei colori opachi o vivaci, degli stili sintetici o descrittivi, 
e della decorazione minuziosa o essenziale, 
in funzione dei diversi contenuti simbolici e descrittivi



L'opera più rappresentativa dell'intera arte di Piero della Francesca, e uno dei suoi ultimi dipinti, è la Sacra conversazione, nota come Pala Montefeltro (1472 - 1474 Milano, Pinacoteca di Brera) olio e tempera su tavola cm 251x173

La Vergine in trono, adorante il Bambino addormentato sulle sue ginocchia, è circondata da 6 santi e 4 angeli vestiti in modo prezioso, davanti e inginocchiato Federico da Montefeltro, in una posizione che indica umiltà ma che allo stesso tempo nasconde il suo profilo destro nel quale sarebbe stato evidente la mancanza dell'occhio destro e di una parte del naso durante un torneo. La Sacra Conversazione si svolge all'interno di ricco salone classicheggiante, tutti i personaggi sono collocati nello spazio vicino all'osservatore e non al di sotto della cupola. La raffigurazione termina con un'abside semicircolare con la copertura che disegna una conchiglia alla quale è sospeso un uovo. 

la composizione si organizza attorno ad una prospettiva centrale:
                      - immagine simmetrica
                      - rapporti tra base e altezza 3 a 2
                      - fronte della madonna al centro della struttura prospettica
                      - asse orizzontale di separazione tra l'esedra dei personaggi e uno spazio 
                        rappresentato con motivi rinascimentali, organismo centrale voltato



Le circonferenze della figura absidale hanno un punto in comune nel volto della Madonna, i cerchi sono modulari in rapporto 3 a 2. L'uovo di struzzo o perla è simbolo della Vergine che genera il Figlio ..."come la conchiglia produce la perla senza bisogno della fecondazione maschile, allo stesso modo è avvenuto il concepimento di Maria"


Molto simbolica e centrale nella composizione è l'unione dei due moduli che rappresentano la separazione tra cielo e terra, tra divino e terreno