mercoledì 19 aprile 2017

25 - Leonardo da Vinci (1452 - 1519)

Fra tutti gli artisti contemporanei fu un caso unico, non accoglieva le verità accolte nella tradizione, ma utilizzava uno studio meticoloso e scientifico della realtà in tutte le sue forme e utilizzava la sperimentazione in laboratorio. Tutti sappiamo che l'anatomia del corpo umano non la studiò nei trattati ma direttamente sui cadaveri. Oltre alle opere pittoriche ci ha lasciato una grandissima quantità di scritti e disegni che permettono di ricostruire la sua personalità e attività.


Tra le sue numerose opere i seguenti tre disegni ci introducono al suo stile:

Testa Femminile, ca 1475
disegno a penna con acquerellature marroni e matita su carta
cm 28x19,90
Firenze, Uffizi


Due vedute del Cranio, ca 1489
disegno a penna, inchiostro e carboncino su carta
cm 18,80x13,40
Windsor, Windsor Castle



Sant'Anna, la Vergine, il Bambino e San Giovannino, ca 1508-1510
disegno a carboncino, matita nera e sfumino su carta
cm 141,50x104
Londra, National Gallery


La sua nuova visione artistica personale e indipendente dalle opere del periodo è chiara nella seguente opera:

Adorazione dei Magi, ca 1481-1482
tempera ed olio su tavola, cm 243x246
Firenze, Galleria degli Uffizi

studi per lo sfondo di Adorazione dei Magi


La Vergine delle Rocce, ca 1483-1486
olio su tavola trasportato su tela, cm. 198x123
Parigi, Museo del Louvre

particolare botanico

Gesù Bambino

San Giovannino

Angelo

Vergine


Cenacolo, ca 1495-1497
tempera e olio su intonaco, cm 460x880
Milano, Refettorio di S. Maria delle Grazie


dettaglio


la figura di Cristo prima del restauro


la figura di Cristo dopo l'ultimo restauro (1977)



Filippo apostolo


Giovanni

Bartolomeo, Giacomo e Andrea



mercoledì 5 aprile 2017

24 - Giovanni Bellini (1430 - 1516)

La pittura veneziana alla fine del '400 era ancora aderente alle tematiche tardo-gotiche e lontana dalle novità rinascimentali.
Giovanni nasce e cresce in ambiente artistico, il padre Jacopo era pittore e aveva una bottega dove Giovanni lavorava con il fratello Gentile.
Ma fu l'incontro con Andrea Mantegna, che nel 1453 sposò la sorella di Giovanni, a orientare le sue scelte pittoriche.
La sua pittura fu in così evidente ascesa che fu nominato pittore ufficiale della Repubblica di Venezia. 
E' innegabile l'influenza della pittura del cognato, ma le sue opere mostrano una personalità propria.
Per il Mantegna il vero soggetto è l'essere umano e tutto il resto ne è subordinato, per Giovanni Bellini invece l'uomo è solo una parte del mondo naturale, il paesaggio si attiene al vero e gli edifici non sono una colta rievocazione di edifici classici, ma costruzioni del suo tempo.

Giovanni Bellini utilizza (non sappiamo fino a che punto consapevole) la prospettiva cromatica, ottenuta cioè attraverso la scelta dei colori.
- in primo piano vengono disposti i colori caldi
- nell'ultimo i colori freddi
- nelle posizioni intermedie i colori che costituiscono il passaggio dagli uni agli altri
  i colori caldi danno l'impressione di venire in avanti rispetto al piano del quadro, sono
  infatti detti salienti
  i colori freddi invece sembrano recedere, spingersi indietro e sono detti rientranti


cerchio cromatico





Pietà, 1455 - 1460
tempera su tavola, cm 86 x 107
Milano, Pinacoteca di Brera


particolare, la mano e la firma







Pala di Pesaro, 1470 - 1475

tavola centrale
Incoronazione della Vergine
olio su tavola 262 x 240 cm
Musei Civici di Pesaro 



cimasa
Imbalsamazione di Cristo
olio su tavola, 107 x 84 cm
Città del Vaticano 







Allegoria Sacra, ca 1500 - 1504
olio su tavola, cm 73 x 119
Firenze, Galleria degli Uffizi

dettaglio

dettaglio






Pala di S. Zaccaria, 1505
olio su tela trasportata da tavola, cm 402 x 273
Venezia, Chiesa di S. Zaccaria


martedì 28 marzo 2017

23 - Antonello da Messina (1430 - 1479)

Antonello da Messina è l'artista che avvia un rinnovamento artistico nel Meridione d'Italia utilizzando la tecnica della prospettiva, conosciuta attraverso le opere di Piero della Francesca, e la cura del dettaglio delle opere fiamminghe, che il pittore aveva sicuramente viste a Napoli, importante luogo d'incontro tra la cultura mediterranea e quella nord-europea. Sembra che proprio nella città campana Antonello da Messina conobbe la tecnica della pittura ad olio e la diffuse in Italia, avviando la sostituzione della tecnica a tempera nel XV secolo.
Così ne parla il critico Roberto Longhi (Breve ma veridica storia della pittura italiana del 1914):
... un outsider per aver trasgredito la norma, per aver osato guardare oltre l’orizzonte della laguna veneziana; tale per aver introdotto nella cultura veneta lo spirito geometrico dell’aretino Piero della Francesca. Da Piero Antonello recupera “l’idealismo prospettico”, attuandolo, però, quasi solo alla forma più che al colore. E questo perché nelle opere di Antonello il colore deve essere quello della natura, quello delle cose, quello della carne degli uomini; la forma, invece, deve essere data dall’intelletto, dalla ragione: è l’idea che deve diventare immagine; è pensiero che deve farsi corpo; astrazione che deve diventare passione. Colore naturale e forma ideale, quindi, intimamente legati per ritrarre il volto misterioso e seducente della bellezza ...



San Gerolamo nello studio, ca 1474
olio su tavola cm 46 x 36,5
Londra, National Gallery






dettagli




San Sebastiano, ca 1476
olio su tavola, 171 x 85 cm.
Dresda, Staatliche Gemaldegalerie




dettagli




Ritratto d'uomo, 1473
olio su tavola, 35,5 x 25,5 cm.
Londra, National Gallery

dettaglio




Vergine Annunciata, 1475
olio su tavola, 46 x 34 cm.
Palermo, Galleria Nazionale della Sicilia






dettagli















mercoledì 22 marzo 2017

22 - Andrea Mantegna (1431 - 1506)

Andrea Mantegna nasce da un'umile famiglia e viene adottato ancora bambino da Francesco Squarcione, nella principale bottega pittorica di Padova. Fu la fortuna di Mantegna , operare in un ambito di avanzato rinnovamento rinascimentale. Nella scuola di Squarcione studiava i modelli antichi e fu in contatto con gli artisti del tempo. In quel clima il genio di Mantegna trovò l’ambiente adatto per sviluppare ed esprimere la sua creatività e la sua carica innovativa. Nel 1457 Andrea Mantegna riceve la commissione per il Polittico di San Zeno per la chiesa del Santo a Verona e crea uno dei suoi massimi capolavori. La scena principale della Sacra Conversazione è rappresentata all’interno di un quadriportico classico. La cornice reale viene illusoriamente continuata dal portico, delimitato da colonne, in cui è racchiusa la Sacra Conversazione. Per rendere visibile il dipinto come lo aveva progettato, il Mantegna fece aprire una finestra per illuminare la pala da destra in modo da far coincidere l’illuminazione reale con quella dipinta.
Pala di S. Zeno. 1456 - 1459
Verona, Chiesa di S. Zeno

Madonna con Bambino e Santi


San Pietro, San Paolo, San Giovanni Evangelista, San Zeno 


San Benedetto, San Lorenzo, San Gregorio Magno, San Giovanni Battista 


Madonna, particolare

Angeli cantori


Angelo musico



Nel 1460 Andrea Mantegna fu invitato da Ludovico Gonzaga a Mantova dove diventerà artista di corte.
Qui Mantegna lavora alla decorazione della Camera degli sposi nel Palazzo Ducale, per la quale idea una serie di grandi scene con punto di vista unico coincidente con il centro della stanza e una fonte di luce che corrisponde a quella reale, terminando gli affreschi presumibilmente nel 1474.

Le pareti de La Camera degli Sposi raffiguranti “L’Incontro” e “La Corte” 


l'oculo del soffitto


Probabilmente al periodo 1480-1490 appartiene il Cristo morto, la tempera su tela frutto della ricerca pittorica del Mantegna, un dipinto famoso per la prospettiva originale e conservato a Milano alla Pinacoteca di Brera. 


Cristo morto, 1483 - 1485 ca, Milano, Pinacoteca di Brera
tempera su tela, 68 x 81 cm.


particolare




Pier Paolo Pasolini amava molto l'arte e la pittura, nei suoi film è sempre possibile riconoscere l'influenza di grandi pittori, cosicché lui stesso è considerato uno dei maggiori "pittori" del cinema italiano: infatti costruisce le inquadrature come scene dipinte, con riferimenti precisi alla grande tradizione figurativa.
Nel finale drammatico di Mamma Roma (1962) Pasolini cita il  bellissimo quadro di Andrea Mantegna, il Cristo morto.