Nel Rinascimento si persegue il MITO della CITTA' IDEALE, realizzata attraverso l'applicazione rigorosa di idee matematiche e geometrie e proporzioni perfette.
Il concetto di città ideale prende forma da una celebre tavola dipinta , tanto da essere imitato e preso a modello per innumerevoli versioni: la Tavola di Urbino
La città ideale, dipinto su tavola, XV sec., Urbino Galleria Nazionale.
In epoca romana la città era impostata su precisi criteri pratici, il modello romano era una
planimetria a scacchiera, percorsa da grandi arterie stradali, il cardo e il decumano, che si intersecano nel foro, centro cittadino.
Durante l'epoca rinascimentale la rivalutazione dell'arte classica e la tensione all'armonia e alla proporzionalità delle forme, trasformarono l'architettura nello strumento che potesse sostenere la centralità dell'uomo e dell'ambiente in cui viveva, appoggiato e reso possibile dallo studio della prospettiva.
La nuova centralità assunta dall'uomo e dalla città, divenne quindi espressione politica e civile di un particolare periodo storico e culturale.
La città ideale quindi, rispose alle esigenze funzionali con soluzioni estremamente razionali ed ordinate, predisponendo e distribuendo nel tessuto cittadino, con un attento studio della posizione e della prospettiva, i punti-cardine della vita politica e sociale, quali Palazzi Pubblici, Piazze e Fortificazioni.
La tavola La Città Ideale rappresenta una visione utopistica di uno scorcio cittadino, organizzato in modo chiaro su schemi simmetrici ed equilibrati. Il punto focale è occupato da un edificio classico a pianta circolare, che rappresenta la perfezione e centro dell'idea progettuale. La prospettiva è resa chiara dalla geometria dei marmi policromi che fungono da reticolo e organizzano la disposizione di edifici e strade.
Su questi studi le città rinascimentali si possono ricondurre a due modelli:
- la riorganizzazione del preesistente tessuto medievale, reimpostato e rivisto nella nuova
ottica razionalistica rinascimentale (Pienza, Urbino, Ferrara)
- la progettazione e realizzazione ex-novo di città (Sabbioneta, Palmanova)
Sabbioneta (1556-1591)
è una città di nuova fondazione, sorta tra il 1556 e il 1591 per iniziativa di Vespasiano Gonzaga che la volle edificare in un luogo ad alto valore strategico, sulla principale via di comunicazione tra la pianura bresciana e i maggiori centri del traffico fluviale del medio corso del Po.
L’impianto viario ortogonale, che ne divide lo spazio in 36 isolati quadrangolari regolari, la razionalizzazione degli spazi pubblici e delle aree monumentali rendono Sabbioneta uno dei migliori esempi di città ideale costruita in Europa. Il progetto della città con le sue opere fortificate è tradizionalmente attribuito allo stesso Vespasiano Gonzaga, condottiero e mecenate: egli si avvalse da un lato dello studio dei trattati di urbanistica e ingegneria militare e dall’altro della consulenza di esperti nell’ingegneria militare e civile.
L’impianto viario ortogonale, che ne divide lo spazio in 36 isolati quadrangolari regolari, la razionalizzazione degli spazi pubblici e delle aree monumentali rendono Sabbioneta uno dei migliori esempi di città ideale costruita in Europa. Il progetto della città con le sue opere fortificate è tradizionalmente attribuito allo stesso Vespasiano Gonzaga, condottiero e mecenate: egli si avvalse da un lato dello studio dei trattati di urbanistica e ingegneria militare e dall’altro della consulenza di esperti nell’ingegneria militare e civile.
Urbanisticamente progettata secondo l’antico impianto dei castra romani, fu oggetto di un’originale sperimentazione prospettica: l’asse viario principale, l'antica strada Giulia che collega in direzione est-ovest le due porte d'accesso alla città, venne spezzato in prossimità delle porte e ne venne variata l’ampiezza, così da non far apparire parallele le file laterali delle case. L’intento di Vespasiano era di manipolare visivamente lo spazio per disorientare un eventuale nemico, in caso di attacco, e per far apparire la città più grande di quanto veramente fosse.
planimetria della città di Sabbioneta
Nella planimetria cittadina vennero inseriti importanti edifici monumentali
Piazza Ducale e Palazzo Ducale
Teatro Olimpico
Palmanova (1593)
Fu costruita per volontà della Serenissima Repubblica di Venezia che volle realizzarla a scopo militare per contrastare le invasioni dei Turchi e fu pensata una grossa fortezza che potesse contenere i cittadini e la loro vita. Si pensò di affidare il progetto a Leonardo da Vinci che però rifiuto essendo impegnato a Milano.
E' una città con pianta geometricamente perfetta costruita sui numeri e sul numero 3
- stella a 9 punte
- 9 bastioni
- 3 porte di accesso
- 18 strade radiali di cui 6 principali
- piazza centrale a 6 lati
Il panorama risulta pressoché identico a 360°
Palmanova vista dall'alto
La piazza centrale esagonale e la convergenza delle 18 strade radiali
gallerie sotterranee alle fortificazioni
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