Antonello da Messina è l'artista che avvia un rinnovamento artistico nel Meridione d'Italia utilizzando la tecnica della prospettiva, conosciuta attraverso le opere di Piero della Francesca, e la cura del dettaglio delle opere fiamminghe, che il pittore aveva sicuramente viste a Napoli, importante luogo d'incontro tra la cultura mediterranea e quella nord-europea. Sembra che proprio nella città campana Antonello da Messina conobbe la tecnica della pittura ad olio e la diffuse in Italia, avviando la sostituzione della tecnica a tempera nel XV secolo.
Così ne parla il critico Roberto Longhi (Breve ma veridica storia della pittura italiana del 1914):
... un outsider per aver trasgredito la norma, per aver osato guardare oltre l’orizzonte della laguna veneziana; tale per aver introdotto nella cultura veneta lo spirito geometrico dell’aretino Piero della Francesca. Da Piero Antonello recupera “l’idealismo prospettico”, attuandolo, però, quasi solo alla forma più che al colore. E questo perché nelle opere di Antonello il colore deve essere quello della natura, quello delle cose, quello della carne degli uomini; la forma, invece, deve essere data dall’intelletto, dalla ragione: è l’idea che deve diventare immagine; è pensiero che deve farsi corpo; astrazione che deve diventare passione. Colore naturale e forma ideale, quindi, intimamente legati per ritrarre il volto misterioso e seducente della bellezza ...
San Gerolamo nello studio, ca 1474
olio su tavola cm 46 x 36,5
Londra, National Gallery
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San Sebastiano, ca 1476
olio su tavola, 171 x 85 cm.
Dresda, Staatliche Gemaldegalerie
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Ritratto d'uomo, 1473
olio su tavola, 35,5 x 25,5 cm.
Londra, National Gallery
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Vergine Annunciata, 1475
olio su tavola, 46 x 34 cm.
Palermo, Galleria Nazionale della Sicilia
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