mercoledì 1 marzo 2017

21 - Il Quattrocento Fiammingo

La scoperta del reale avviata a Firenze da Masaccio, ha un parallelo in quella compiuta negli stessi anni nelle Fiandre, da Jan Van Eyck e da altri maestri, che fanno del Quattrocento fiammingo l’altro grande punto di riferimento culturale per l’Europa del tempo.

I  paesi fiamminghi godono, all’inizio del XV secolo, di una rinnovata prosperità. Le attività manifatturiere e commerciali acquistano particolare vigore in seguito all’annessione al potente ducato di Borgogna (1384). 
Data anche la posizione geograficamente favorevole delle città maggiori (Gand, Bruges, Ypres) i commerci di transito stimolano una vivace attività finanziaria. Ciò contribuisce alla formazione di una società cosmopolita, agiata e culturalmente aperta, attivamente interessata alla produzione figurativa. Forse per la prima volta la committenza borghese eguaglia, se non supera, quella aristocratica.

Il polo di maggiore importanza della vita culturale resta però la corte, soprattutto dopo la decisione di Filippo il Buono di trasportare la sede ducale da Digione a Bruxelles (1419). 

È all’interno di questa varia fioritura che deve essere collocata la nuova pittura di Jan Van Eyck. Gli elementi di somiglianza tra la società fiamminga e quella fiorentina non devono tuttavia far dimenticare le differenze profonde che esistono tra le due culture: basti pensare alla diversa sensibilità religiosa, fondamentale in un’epoca in cui il pensiero e le forme religiose incidevano sui più vari aspetti della vita. Già a partire dalla fine del Trecento, anche in relazione alle vicende dello Scisma d’Occidente (1378), si era diffusa nei paesi nordici la necessità di un più stretto e personale rapporto tra l’uomo e Dio, che comportava l’intima partecipazione del fedele nei confronti di alcuni temi come la passione di Cristo e la figura di Maria. Alla religiosità privata si legano sia la diffusione dei libri di preghiere per laici, sia la proliferazione di immagini devozionali, destinate a fornire spunti emotivi che favorissero l’identificazione dello spettatore con il fatto sacro. 
Per questo l’immagine doveva essere concreta, ricca di dettagli minuti e precisi. In una situazione mentale e spirituale influenzata da tale atteggiamento affonda le sue radici il “realismo fiammingo”.

TEMI DELL'ARTE FIAMMINGA

- interesse per la realtà naturale che non sviluppa come in Italia con la visione prospettica
- grande attenzione nella descrizione del dettaglio 
- opere di dimensioni contenute poiché commissionate per devozione privata
- qualità pittorica e ricerca della descrizione del dettaglio sono possibili anche grazie alla 
  tecnica della pittura ad olio che permette maggiore luminosità e trasparenza dei colori e 
  maggiore precisione nei dettagli 
- luce come elemento unificante la scena


Jan van Eyck, Coniugi Arnolfini, 1434, olio su tavola 
cm 59,50x81,80 
Londra National Gallery


particolare dello specchio concavo

schema della prospettiva



Rogier van der Weyden, deposizione, 1432 - 1435, olio su tavola cm 220 x 262
Madrid, Museo del Prado









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